Virus informatici: la dimostrazione di Cohen
Nel novembre del 1983, uno studente di ingegneria della University of Southern California, Fred Cohen, ha compiuto un passo fondamentale nella storia dell’informatica, dimostrando gli effetti di un “virus informatico” in un laboratorio. Questo evento è considerato uno dei primi esempi di dimostrazione pratica di un software progettato per replicarsi e diffonders autonomamentei. Sebbene non sia stato il “primo” virus informatico, la dimostrazione di Cohen ha avuto un impatto significativo sulla comprensione e sulla consapevolezza dei virus informatici.
La dimostrazione di Cohen
Era l’11 novembre quando durante una dimostrazione, Fred Cohen (1956) scrisse un programma progettato per diffondersi su floppy disk e infettare un programma di grafica chiamato VD. Il programma di Cohen, noto come virus di Cohen, si è comportato esattamente come un virus biologico, replicandosi e diffondendosi su altri floppy disk. Allo stesso Cohen si deve il termine “virus informativo”, apparso nel suo scritto del 1984 Experiments with Computer Viruses, riferendosi a un software che può replicarsi e diffondersi autonomamente, in modo simile alla propagazione dei virus biologici tra gli organismi viventi.
Prima della dimostrazione di Cohen, i computer erano già stati infettati da programmi dannosi e codici malevoli, ma il suo esperimento ha posto in evidenza il potenziale dannoso di tali programmi e ha sollevato importanti domande sulla sicurezza informatica. L’idea di un software in grado di auto-replicarsi e diffondersi autonomamente ha sollevato preoccupazioni sulla vulnerabilità dei computer e sulla necessità di sviluppare metodi per proteggerli da tali minacce.
I virus oggi
La sua dimostrazione ha contribuito in modo sostanziale alla definizione e alla consapevolezza dei virus informatici come minacce reali per i sistemi informatici. Questo ha portato a ulteriori ricerche sulla sicurezza informatica e allo sviluppo di software antivirus e misure di protezione. I virus oggi possono assumere varie forme come Worm, Trojan Horse, Dialer, Malware, Spyware ecc. in grado non solo di infettare un computer ma di ottenere dati sensibili, password, pin di conti correnti e carte di credito e sono in grado di mettere in ginocchio la sicurezza di uno stato eppure non esiste un algoritmo in grado di bloccarli e annullarli né di prevenire le minacce informatiche.
La rete italiana è sotto attacco degli hacker
Dagli ultimi dati, nel giro di un anno, gli attacchi informatici in Italia si sono triplicati toccando quasi il +170% e si teme che ci sarà un’ulteriore escalation con il conflitto israelo-palestinese. Queste le parole del Presidente di AIPSA l’Associazione italiana dei professionisti della security aziendale.
La continua evoluzione della tecnologia porta alla comparsa di nuovi tipi di malware e minacce informatiche. Sebbene a distanza di quarant’anni dalla dimostrazione di Cohen non ci sia ancora nessun “rimedio” contro i virus informatici, la miglior protezione contro tali minacce rimane la prudenza nell’aprire allegati o link sospetti e la regolare applicazione di patch di sicurezza per il sistema operativo e il software e software antivirus aggiornati.
Fabio Morelli
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