Vado a vivere in Papuasia: l’iconica meta per chi vuole andarsene lontano
di Fabio Franzoni
Un’esclamazione che è ancora in uso ai giorni nostri per dire, quando si è stanchi della routine o di una situazione stressante, “basta, me ne vado in un posto lontano e sperduto” appunto in Papuasia! Ma dove si trova esattamente la Papuasia? È veramente così lontana?
La Papuasia secondol l’ANH, The Australian National Herbarium (Erbario Nazionale Australiano) e il WGSRPD, World Geographical Scheme for Recording Plant Distributions (Schema Geografico Mondiale per la Registrazione delle Distribuzioni delle Piante), è una regione botanica che comprende il paese di Papua Nuova Guinea, la provincia Papua (precedentemente Irian Jaya e Papua Occidentale), parte dell’Indonesia, le Isole Aru (conosciute anche come Isole Aroe e Kepulauan Aru), parte della provincia di Maluku (Molucche) sempre in Indonesia, e le Isole Salomone ad esclusione delle Isole Santa Cruz.
Geograficamente si trova nell’Oceania e include la Nuova Guinea, l’Arcipelago delle Bismarck con le isole dell’Ammiraglio, le isole Salomone settentrionali (ovvero la provincia di Boungaville), le isole D’Entrecasteaux, Trobriand, Woodlark e l’Arcipelago Luisiade e altre isolette minori
“La Regina è seduta accanto a me, come una spettatrice silenziosa,” spiega l’artista. “Appare come una figura maestosa, affascinante, che dà l’illusione di sicurezza e potere. Ma allo stesso tempo, ti rende dipendente e privo di forza, plagiando e imponendo regole e abitudini che soffocano ogni slancio vitale, riducendo ogni azione quotidiana al servizio di questa nuova identità. Nel ritornello, prometto a me stessa di uscire da questo vortice e recuperare i pezzi di me che avevo quasi dimenticato.”
Il primo europeo a raggiungere questi luoghi fu l’esploratore spagnolo Iñigo Ortiz de Retes nel 1545: in nome della Corona spagnola, il pioniere battezzò questi territori Nuova Guinea perché gli indigeni autoctoni, i papua melanesiani con la loro pella scura, gli sembrarono simili agli abitanti della Guinea africana. Papua deriva da papuah che in malese indica la tipica capigliatura cespugliosa, caratteristica del principale gruppo etnico dell’area.
La Papuasia come regione geografica, prima sotto il protettorato britannico, poi colonia australiana e tedesca, nel 1975 ha ottenuto la piena indipendenza ed è stata riunita sotto il nome di Papua Nuova Guinea. Le lingue ufficiali sono l’inglese e la lingua dei nativi, l’hiri-motu, oltre un gran numero di dialetti papuani e melanesiani. La religione prevalente è quella protestante e cattolica anche se ancora sopravvivono i riti animisti tipici di quelle culture. Uno spaccato di preistoria: fino a poco tempo fa, prima della conversione al cristianesimo, le popolazioni erano ancora dedite al cannibalismo e ai combattimenti tra tribù per il controllo del territorio.
Un’estensione territoriale particolare e variegata, ma cosa vedere in Papuasia?
Questi territori sono caratterizzati per lo più da clima equatoriale e umido tutto l’anno, con un paesaggio che va da golfi e insenature dalle coste molto frastagliate, a pianure che si alternano a estese foreste pluviali e montagne che superano i 4 mila metri di altezza come la Cordillera Centrale ma anche paludi di mangrovie e la giungla. Il territorio più popolato e più produttivo del paese sono le Highlands che si trovano al nord. Effettivamente è ancora un territorio incontaminato con luoghi tuttora nascosti e sperduti e un turismo ancora in fase iniziale. Per raggiungere la Papuasia dall’Italia ci vogliono almeno 30 ore – anche 55 – di viaggio perché non esiste un volo diretto ma è necessario fare scalo a Dubai, Hong Kong, Manila, Singapore, Cairns, Brisbane, Sidney o Giacarta, insomma già il viaggio è una vera avventura.
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