SPECIALE: Marco Polo, l’eredità di un viaggiatore senza confini

SPECIALE: Marco Polo, l’eredità di un viaggiatore senza confini

A 700 anni dalla morte (e 770 dalla nascita) la figura di Marco Polo è capace ancora di suscitare stupore e ammirazione. Ripercorriamo la sua, e la nostra, storia, le ultime scoperte e poi, se fosse nato in questo secolo?

 di Pamela Stracci

I festeggiamenti nel settecentenario della morte

Iniziamo subito col dire che dal 24 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025 la Biblioteca Corsiniana di Roma ospiterà la mostra Marco Polo 1324-2024. La via dell’Oriente e … dell’America all’Accademia Nazionale dei Lincei, promossa nell’ambito delle celebrazioni del settecentenario della morte di Marco Polo (1254-1324). La figura del viaggiatore veneziano, si snoderà tra storia e leggenda fino ad evidenziare il patrimonio di scambi fra Oriente e Occidente resi possibili dai viaggi di Polo, tra documenti storici e postazioni multimediali.

Marco Polo

Un nome che riecheggia attraverso i secoli, evocando immagini di terre lontane e avventure senza confini. Sebbene la sua figura sia nota a molti, vale la pena fermarsi un momento per rinfrescare la memoria sulla vita di questo grande viaggiatore veneziano. Ripercorreremo in breve i punti salienti della sua vita, poi ci immergeremo in un mondo di curiosità legato alla sua figura: dalle opere d’arte e letterarie che lo celebrano, fino a dettagli meno conosciuti ma altrettanto affascinanti dei suoi viaggi. Un viaggio nel viaggio, alla scoperta di ciò che rende Marco Polo un’icona senza tempo.

 

Chi era Maro Polo

Marco Polo (15 settembre 1254- 8 gennaio 1324) è stato un esploratore e mercante veneziano, noto per i suoi viaggi verso l’Estremo Oriente e per il resoconto di queste avventure contenuto nel famoso libro Il Milione. Figlio di Niccolò Polo, mercante, Marco crebbe a Venezia e iniziò il suo primo viaggio verso l’Asia nel 1271, accompagnando il padre e lo zio Matteo. Attraversarono la Via della Seta, giungendo nel 1275 alla corte di Kublai Khan, Gran Khan dei Mongoli e imperatore della Cina (n. 1215 – m. 1294), nipote di Gengis Khan, dove Marco rimase per circa 17 anni.

Durante la sua permanenza, Marco fu inviato dal Khan in diverse missioni diplomatiche e amministrative, imparando a conoscere la cultura cinese e altre tradizioni orientali. Tra le sue osservazioni più innovative ci sono la descrizione dell’uso delle banconote e del carbone come fonte di energia, sconosciuti in Europa all’epoca. Nel 1295, dopo un viaggio di ritorno complesso, Marco rientrò a Venezia, dove fu coinvolto nella guerra con Genova e imprigionato.

In prigione, raccontò le sue esperienze a Rustichello da Pisa, che le trascrisse in Il Milione, un’opera che influenzò profondamente la conoscenza europea dell’Asia e ispirò generazioni di esploratori, tra cui Cristoforo Colombo. Marco Polo morì a Venezia nel 1324, lasciando un’eredità che unisce Oriente e Occidente nella memoria culturale e geografica.

Marco Polo e la Via della Seta: il viaggio che cambiò la storia

Nel XIII secolo, questo giovane veneziano di nome Marco Polo intraprese uno dei viaggi più straordinari dell’epoca medievale, un’avventura che lo condusse dalla laguna di Venezia alle terre misteriose dell’Estremo Oriente. Attraversando la leggendaria Via della Seta, una rete di rotte commerciali che collegava l’Europa e l’Asia, Marco Polo non solo documentò culture lontane, ma contribuì anche a ridurre la distanza tra due mondi apparentemente inconciliabili.

Un viaggio epico

Il viaggio di Marco Polo ebbe inizio nel 1271, quando, a soli 17 anni, accompagnò il padre Niccolò e lo zio Matteo. Il trio partì da Venezia, navigando verso la città di Acri, ultima roccaforte crociata in Terra Santa, per poi proseguire verso l’interno dell’Asia. Attraversarono terre oggi parte dell’Iran, del Turkmenistan e della Cina, percorrendo migliaia di chilometri tra deserti, montagne e territori controllati da popolazioni spesso ostili.

Dopo circa quattro anni, raggiunsero la corte di Kublai Khan a Khanbaliq (l’attuale Pechino). L’accoglienza del sovrano si rivelò calorosa: Marco Polo guadagnò la sua fiducia e servì per anni come ambasciatore e governatore di alcune province. Questa posizione gli permise di viaggiare ulteriormente attraverso l’Asia, osservando usanze, tecnologie e sistemi amministrativi innovativi.

Khan non aveva mai visto “niuno latino”

Quando i veneziani giunsero in Cina, il Kan non aveva mai visto un europeo: “Quando ebbe passato in ponente overo il deserto, vennero a una città ch’à nome Baccara, la piú grande e la piú nobile del paese; e eravi per signore uno ch’avea nome Barac. Quando i due fratelli vennero a questa città, non poterono passare piú oltre e dimoró[n]vi tre anni. Adivenne in que’ tempi che ’l signore del Levante mandò imbasciadori al Gran Cane, e quando vidono in questa città i due frategli, fecionsi grande maraviglia perché mai none aveano veduto niuno latino; e fecionne gran festa e dissono loro, s’eglino voleano venire con loro al Grande Signore e Gran Cane, e egli gli porrebbe in grande istato, perché il Gran Kane none avea mai veduto nessuno latino. Li dui fratelli risposono: «Volentieri»” (da M. Polo, Il Milione, a cura di Valeria Bertolucci Pizzorusso Adelphi, Milano 1975)

La Via della Seta: un ponte tra mondi

La Via della Seta rappresentava molto più di una semplice rete commerciale. Era un vero e proprio crocevia culturale, dove si incontravano idee, religioni e innovazioni. Marco Polo ebbe l’occasione di osservare l’uso della carta moneta, l’organizzazione del sistema postale mongolo e l’utilizzo del carbone come combustibile, tutte novità per l’Europa medievale.

Il viaggio di ritorno, intrapreso nel 1295, non fu meno avventuroso. I Polo scelsero una rotta diversa, attraversando l’Oceano Indiano e toccando le coste dell’attuale Indonesia e India, prima di rientrare a Venezia.

marco polo
Manoscritto del 1350 circa, una delle più antiche copie esistenti di Les voyages de Marco Polo - Library of Congress - cliccare per vedere altre immagini

Il contributo di Marco Polo alla conoscenza europea

Una volta tornato in patria, Marco Polo raccontò le sue avventure a Rustichello da Pisa, che le mise per iscritto nel celebre Il Milione. Questo testo non solo fornì un resoconto dettagliato delle terre orientali, ma alimentò anche il desiderio di esplorazione in Europa, influenzando profondamente futuri navigatori come Cristoforo Colombo.

Nonostante alcuni studiosi abbiano messo in dubbio l’accuratezza di alcune sue descrizioni, il contributo di Marco Polo rimane innegabile: le sue osservazioni documentano un momento cruciale di interazione tra Oriente e Occidente, gettando le basi per lo sviluppo di scambi globali.

Una lezione senza tempo

Il viaggio di Marco Polo ci ricorda il valore del dialogo interculturale e della curiosità umana. La Via della Seta, percorsa dal giovane veneziano, non è solo un simbolo di scambio commerciale, ma un esempio di come la conoscenza e la scoperta possano abbattere le barriere culturali.

La figura di Marco Polo continua a ispirare generazioni, dimostrando che, anche nei tempi più difficili, il viaggio e la conoscenza rappresentano strumenti di crescita e unione.

Marco Polo e le innovazioni osservate: un ponte tra Oriente e Occidente

Nel XIII secolo, il mondo orientale e quello occidentale erano separati non solo da migliaia di chilometri, ma anche da differenze culturali e tecnologiche che rendevano il contatto tra le due civiltà estremamente limitato. Marco Polo, grazie ai suoi viaggi straordinari lungo la Via della Seta e alla sua permanenza presso la corte di Kublai Khan, divenne uno dei primi europei a documentare in dettaglio alcune delle innovazioni più sorprendenti dell’Oriente. Queste osservazioni non solo ampliarono la conoscenza del mondo medievale europeo, ma influenzarono anche il corso della storia.

Carta Moneta: un’economia all’avanguardia

Uno degli aspetti più rivoluzionari documentati da Marco Polo fu l’utilizzo della carta moneta nell’Impero Yuan. In Europa, il denaro era ancora costituito principalmente da pesanti monete metalliche, mentre i mongoli utilizzavano un sistema avanzato di banconote emesse dal governo centrale. Polo descrisse con ammirazione l’efficienza e il controllo amministrativo reso possibile da questa innovazione, che rimase estranea all’Occidente per diversi secoli.

Il carbone come fonte di energia

Un’altra scoperta importante per Marco Polo fu il carbone, descritto come una “pietra nera” che bruciava più a lungo e produceva più calore rispetto al legno. Questa fonte di energia era ampiamente utilizzata in Cina, mentre in Europa il carbone cominciò a essere sfruttato su larga scala solo secoli dopo. La sua descrizione fornì un’anteprima stupefacente delle possibilità energetiche che avrebbero trasformato le società europee.

Descrizioni di luoghi, usanze e tecnologie

Oltre le innovazioni tecniche e le usanze descritte prima, le pagine de Il Milione offrono descrizioni dettagliate di città come Khanbaliq (l’attuale Pechino) e Hangzhou, sottolineando la loro grandezza, prosperità e ordine urbanistico. Marco Polo racconta di mercati rigogliosi, palazzi sontuosi e infrastrutture straordinarie, come canali navigabili e ponti monumentali. Attraverso queste osservazioni, Il Milione non solo offrì una cronaca di terre lontane ma contribuì a plasmare una nuova visione dell’Oriente come un luogo di meraviglie e innovazioni.

Influenza sull’Europa medievale

Il Milione non fu solo un resoconto, ma un’ispirazione per esploratori e cartografi. Tra i suoi più celebri “discepoli” vi fu Cristoforo Colombo, che lesse con attenzione l’opera e annotò personalmente una copia in latino. Le descrizioni di terre ricche e civilizzate alimentavano il sogno di trovare una rotta verso l’Asia, obiettivo principale del viaggio che lo avrebbe portato alla scoperta dell’America.
L’opera stimolò inoltre l’interesse per l’espansione commerciale e la creazione di mappe geografiche più accurate. Sebbene alcune delle informazioni fornite fossero esagerate o imprecise, il libro spinse l’Europa medievale a guardare oltre i propri confini.

Critiche e controversie: quanto c’è di vero?

Il Milione fu accolto con entusiasmo ma anche con scetticismo. Molti contemporanei e studiosi successivi misero in dubbio che Marco Polo avesse davvero visitato tutti i luoghi descritti. Tuttavia, molti storici moderni ritengono che Il Milione sia basato su osservazioni dirette, integrate da racconti raccolti da mercanti e viaggiatori incontrati lungo il cammino.

Un’eredità duratura

Nonostante le critiche, Il Milione rimane un’opera fondamentale per comprendere le dinamiche culturali, politiche e commerciali tra Oriente e Occidente nel Medioevo. La sua influenza ha superato i confini del tempo, ispirando non solo esploratori come Colombo, ma anche una nuova generazione di lettori curiosi e affascinati dall’ignoto. Marco Polo, attraverso le sue descrizioni, ha gettato un ponte tra due mondi, ricordandoci che la scoperta e il dialogo sono strumenti essenziali per la crescita umana e culturale.

Marco Polo nella cultura

La figura di Marco polo ha avuto una notevole influenza sulla cultura del nostro paese e del mondo. A lui è dedicato un asteroide 29457 Marcopolo, l’aeroporto di Venezia, la banconota delle mille lire, per non parlare dei colossal, dei film e delle serie tv, delle canzoni e dei videogiochi, poi delle opere d’arte – come quella all’inizio dell’articolo – e della letteratura, tanto per citarne alcuni.

Permettetemi però una postilla sulla letteratura dove c’è un magnifico Italo Calvino, che nelle sue Città invisibili, intreccia una fitta conversazione tra Marco Polo e Kublai Khan. In ogni capitolo di questo capolavoro calviniano, il viaggiatore veneziano presenta all’imperatore mongolo una città diversa, raccontandone le peculiarità e i misteri. Questi dialoghi, che aprono e chiudono ogni racconto, diventano il cuore pulsante del romanzo, creando un’atmosfera unica.

Ultime scoperte

Il 2024 si conferma l’anno di Marco Polo. Un team di ricercatori ha infatti individuato un manoscritto inedito del ‘Milione’, portando a 145 il numero totale dei codici conosciuti dell’opera. Questo nuovo ritrovamento, conservato a Foligno, offre preziose informazioni sulle diverse versioni del testo e sulla sua diffusione nel corso dei secoli, arricchendo così la nostra comprensione del viaggio e delle avventure di Marco Polo.

Sebbene catalogato da tempo nella Biblioteca Jacobili di Foligno, il manoscritto era rimasto nascosto agli occhi degli studiosi di Marco Polo fino a quando un team di ricercatori, composto da Eugenio Burgio, Mariana Buzzoni e Samuela Simion dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e Antonio Montefusco dell’Università di Nancy, lo ha portato alla luce.

marco polo

Se Marco Polo fosse nato nel nostro tempo

Abbiamo ricordato il Marco Polo storico, ma se fosse nato adesso, nel nostro tempo? Fantastichiamo e ironizziamo un po’ insieme su Marco Polo, moderno esploratore?

Se Marco Polo fosse vissuto oggi, è facile immaginarlo come un influencer di viaggi, un pioniere delle narrazioni visive su piattaforme come Instagram o YouTube. Armato di droni e telecamere, documenterebbe luoghi remoti, tradizioni perdute e le “meraviglie del mondo moderno”. I suoi racconti, invece di un manoscritto come Il Milione, sarebbero contenute in un ricco blog seguito da migliaia, forse milioni di utenti in rete.

Con il suo innato spirito di mediazione e curiosità verso l’altro, Marco Polo potrebbe essere anche un prezioo ambasciatore interculturale. Impegnato nel promuovere il dialogo e la collaborazione tra le nazioni, potrebbe ricoprire il ruolo di consulente per il commercio globale o di diplomatico per organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, sempre con un occhio alla comprensione reciproca e alla valorizzazione delle risorse.

La Via della Seta potrebbe sembrare poca cosa a confronto delle moderne rotte spaziali. È facile immaginarlo anche come astronauta o scienziato, alla scoperta di Marte o delle lune di Giove, spinto dalla stessa sete di conoscenza e anche di commercio che ha mosso il Marco storico ad avventurarsi in luoghi così remoti e distanti dalla realtà europea.

Un Marco Polo contemporaneo potrebbe dedicarsi alla tutela delle tradizioni in via di estinzione. Potrebbe essere una figura di spicco nelle campagne globali per salvare lingue, arti e mestieri minacciati dalla modernità. Collaborerebbe con UNESCO o ONG per preservare il patrimonio immateriale, rendendosi portavoce di un dialogo tra modernità e tradizione.

Infine mi viene da pensare che se nel XIII secolo fu il cantore delle meraviglie orientali, oggi Marco Polo sarebbe forse un documentarista o uno scrittore. Potrebbe collaborare con testate come National Geographic o la BBC Travel. Potrebbe anche condurre un programma tv sulla RAI ma sempre che su Mediaset non trasmettano Temptation Island ma questa è un’altra storia.

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