Roma Pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo, fino al 23 marzo a Palazzo Braschi
di Chiara Morelli
La mostra “Roma Pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XVIII secolo” al Museo di Roma a Palazzo Braschi, dal 25 ottobre 2024 al 23 marzo 2025, è dedicata alle tante artiste che, dal XVI al XIX secolo, scelsero Roma come luogo di studio e lavoro, producendo opere di straordinario valore e varietà, spesso ignorate dalla storiografia. L’iniziativa è organizzata da Roma Capitale e dall’Assessorato alla Cultura della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con la cura di Ilaria Miarelli Mariani e Raffaella Morselli, e il supporto di Ilaria Arcangeli. Il catalogo è curato da Officina Libraria, mentre l’organizzazione è gestita da Zètema Progetto Cultura.
L’esposizione raccoglie circa 130 opere di cinquantasei artiste, provenienti in parte dalle collezioni dei Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina (tra cui Galleria d’Arte Moderna, Museo Napoleonico e Musei Capitolini), e in parte da importanti musei e collezioni nazionali e internazionali, come l’Accademia di San Luca di Roma, le Gallerie degli Uffizi di Firenze, la National Portrait Gallery di Londra e il Museo Thorvaldsen di Copenaghen.
L’obiettivo della mostra è ricostruire il profilo professionale e biografico di queste artiste, spesso sconosciuto per la scarsità di documentazione o per le attribuzioni errate delle loro opere. Vengono così riscoperti i lavori di Maria Felice Tibaldi Subleyras, Angelika Kaufmann, Lavinia Fontana e altre, oltre alle più celebri come Artemisia Gentileschi. Il percorso espositivo segue un filo cronologico e tematico, illustrando l’inserimento progressivo delle artiste nel mercato artistico internazionale e il difficile accesso alle principali istituzioni romane, come l’Accademia di San Luca.
L’allestimento, che si apre con un enigmatico ritratto femminile attribuito a Pietro Paolini, si sviluppa attraverso diverse sale. La prima è dedicata alla bolognese Lavinia Fontana, seguita da opere di Artemisia Gentileschi che evidenziano i momenti chiave della sua carriera artistica. Si prosegue con sezioni dedicate ad artiste meno note, come Giustiniana Guidotti, e a generi pittorici quali la natura morta e il ritratto. Qui spiccano i lavori di Giovanna Garzoni e Claudia Del Bufalo, oltre a progetti architettonici di Plautilla Bricci.
Questo percorso espositivo si esprime attraverso la metafora dell’albero, la cui rappresentazione è presente nella terza sala della mostra, dedicata al sapere enciclopedico nell’opera di Isidoro di Siviglia, Etymologiarum opus (Venezia, 1483). Le radici di questo albero affondano nelle parole del Cantico di Frate Sole , risalendo lungo il tronco della riflessione francescana fino ai rami e alle foglie di un albero della conoscenza rigoglioso.
L’allestimento, che si apre con un enigmatico ritratto femminile attribuito a Pietro Paolini, si sviluppa attraverso diverse sale. La prima è dedicata alla bolognese Lavinia Fontana, seguita da opere di Artemisia Gentileschi che evidenziano i momenti chiave della sua carriera artistica. Si prosegue con sezioni dedicate ad artiste meno note, come Giustiniana Guidotti, e a generi pittorici quali la natura morta e il ritratto. Qui spiccano i lavori di Giovanna Garzoni e Claudia Del Bufalo, oltre a progetti architettonici di Plautilla Bricci.
Tra le protagoniste del XVIII secolo, Angelika Kauffmann, celebre pittrice internazionale, è rappresentata con cinque opere che testimoniano la sua influenza negli ambienti culturali romani. Viene dato ampio spazio anche all’incisora Laura Piranesi e ad altre artiste che hanno consolidato la presenza delle donne nelle accademie e nel mercato artistico, come Élisabeth Vigée e Maria Felice Tibaldi.
Il percorso si conclude con ritratti e opere di figure femminili del XIX secolo, come la pittrice Emma Gaggiotti. Viene infine proposta una mappa, disponibile anche in formato depliant, per proseguire la visita nei luoghi di Roma dove si trovano opere di queste artiste, oggi visibili al pubblico.
A supporto della mostra è previsto anche un ciclo di incontri con studiosi e ospiti internazionali per approfondire i temi dei gender studies e altre discipline in cui le donne hanno lasciato un’impronta significativa. La Sovrintendenza Capitolina si impegna a rendere l’esposizione accessibile a tutti, offrendo approfondimenti audio, esperienze tattili e visite guidate per persone con disabilità visive e uditive.
© Riproduzione riservata
Photo-video credits:
Zètema Progetto Cultura
www.museodiroma.it