Robert Frost: il suono del senso

Robert Frost: il suono del senso

di Moreno Stracci

Robert Frost (1874-1963) rimane uno dei più grandi poeti americani del XX secolo, capace di combinare una profonda sensibilità per il mondo naturale con un’immensa maestria poetica. Nato in California, per l’esattezza a San Francisco, ma profondamente legato alla cultura e ai paesaggi del New England, Frost ha trasformato le esperienze quotidiane e le voci dei contadini in versi universali che risuonano anche oggi con un’attualità incredibile.

Alla conquista dell’America, passando per l’Inghilterra

Robert Frost frequentò prima il Dartmouth College e poi Harvard, ma non completò mai il percorso universitario. Dopo aver lasciato gli studi, svolse diversi lavori: fu insegnante, calzolaio e anche redattore per il giornale Sentinel, occupandosi tra l’altro, come editore, delle opere di D. H. Lawrence.

Il successo in campo letterario arrivò solo in un secondo momento, quando si trasferì in Inghilterra insieme alla moglie. In terra britannica entrò in contatto con alcuni dei maggiori poeti del tempo, tra cui Edward Thomas, Rupert Brooke e Robert Graves. In particolare, fu determinante l’incontro con Ezra Pound, che si adoperò per far conoscere e pubblicare i suoi versi.

Nel 1913 e 1914 uscirono le sue prime due raccolte, A Boy’s Will e North of Boston, che lo imposero sulla scena letteraria. Negli anni Venti, Frost divenne il poeta più celebre d’America.

Nel corso della sua carriera vinse ben quattro Premi Pulitzer per la poesia. Il presidente John F. Kennedy, grande estimatore della sua opera, disse di lui: “Robert Frost ha donato alla nazione un corpus di versi immortali, da cui gli americani trarranno per sempre gioia e comprensione”.

robert frost cabin
"Robert Frost Cabin" di Origamidon CC BY-NC-ND 2.0.

Un Maestro della Forma e della Metafora

La poesia di Frost si radica nel quotidiano, ma si eleva a significati universali attraverso un sapiente uso della metafora e della sineddoche. Questa figura retorica, in cui una parte rappresenta il tutto, era per Frost essenziale nel creare collegamenti tra il mondo fisico e quello spirituale. Come amava dire, “La poesia è l’unico modo per dire una cosa e intenderne un’altra”.

Con questa filosofia, Frost esplorava la complessità della vita e della natura, creando opere che, pur apparentemente semplici, contengono strati di significati. In “Nothing Gold Can Stay”, ad esempio, descrive il cambiamento inevitabile nella natura, utilizzando la fugacità del “primo verde” come metafora per la bellezza transitoria.

La Natura come Simbolo dello Spirito

Frost era un osservatore istantaneo della natura. La sua conoscenza dei paesaggi del New England era così dettagliata che le sue poesie possono essere considerate una sorta di guida poetica alla regione. Dalle foreste agli alberi, dalle rocce ai corsi d’acqua, ogni elemento naturale in Frost diventa un simbolo, una finestra attraverso cui scrutare il rapporto tra uomo e mondo.

In poesie come “The Wood-Pile” e “After Apple-Picking”, la natura non è solo uno sfondo, ma una presenza viva, un interlocutore silenzioso che pone domande e offre spunti di riflessione. La terra e le stagioni diventano specchi dell’anima, rivelando tensioni e armonie tra vita e morte, lavoro e riposo, creatività e declino.

Il suono del senso: il linguaggio secondo Robert Frost

In una lettera del 1913, il poeta americano Robert Frost confidava all’amico John Bartlett di essere l’unico scrittore inglese a voler consapevolmente creare musica attraverso quello che definiva il “suono del senso”. Frost distingueva questo concetto da due altre categorie: il “senso senza il suono del senso”, ovvero una prosa comprensibile ma piatta e monotona, e il “suono del senso senza senso”, come nella scrittura assurda di Alice nel Paese delle Meraviglie.

| Una poesia inizia con gioia e finisce con saggezza – Robert Frost

Ma cos’è il “vero”?

In una successiva lettera del 1914, Frost ampliava la sua riflessione, sottolineando l’importanza dell’orecchio rispetto all’occhio nel leggere e scrivere. I “lettori oculari”, spiegava, sono capaci di cogliere il significato visivo del testo in modo rapido, ma perdono la musicalità ei ritmi del linguaggio, essenza di una buona scrittura. La poesia di Frost si radica proprio in questa sensibilità acustica, riflettendo i ritmi e il linguaggio delle comunità rurali del New England.

 “L’orecchio è l’unico vero scrittore e l’unico vero lettore. Ho conosciuto persone che riuscivano a leggere senza sentire i suoni delle frasi ed erano i lettori più veloci. Chiamiamo lettori oculari con loro. Possono cogliere il significato con uno sguardo. Ma sono cattivi lettori perché perdono la parte migliore di ciò che un buon scrittore mette nel suo lavoro”. 

L’eredità di Frost

Indubbiamente è uno dei maggiori poeti del XX secolo, ma ciò che lo rende ancora attuale è quella complessità emotiva capace di esplorare in maniera così significativa, temi universali come la natura, il paesaggio come custode culturale, l’isolamento, la perdita e le scelte umane. Le sue poesie inoltre, spesso presentano finali ambigui che aprono spazi interpretativi propri e riflessioni profonde per il lettore. E qui sta ancora la sua modernità, un poeta capace di dialogare con tutti con la complessità del nostro tempo che alla fine è la complessità della vita di ogni tempo.

Qui troverai la raccolta di poesie di Robert Frost

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