Penny Black: il primo francobollo della storia
Il francobollo ha rappresentato per secoli il mezzo attraverso il quale permettere ai nostri messaggi di viaggiare per il mondo. Benché abbia perso la maggior parte della sua utilità oggi, rimane un oggetto affascinante che ci parla di terre lontane e che richiama alla mente di chi non è più giovanissimo il ricordo di un gesto unico, quasi magico: inumidire quel pezzetto di carta e dare ai nostri messaggi le ali per volare.
Il 6 maggio del 1840 faceva la sua apparizione il primo francobollo della storia: il Penny Black. Prima della sua invenzione, il sistema postale si basava sul pagamento delle spese di spedizione da parte del destinatario. Questo comportava eccessivi oneri da parte dei servizi postali soprattutto in caso di mancato recapito. Successivamente si diffusero documenti di trasporto che, non avendo una superficie adesiva, accompagnavano semplicemente la corrispondenza. Tra questi ricordiamo il sistema detto dei “Tagli delli Soldi Quattro per Lettera” creato nel 1608 dalla Repubblica di Venezia, il billet de port payé francese e il sistema adottato dalla Penny Post londinese presto assorbita dal General Post Office britannico per volere del duca di York che al tempo gestiva il monopolio postale dell’impero. Si tratta, in tutti i casi, di carta bollata. La Cina, invece, escogitò un sistema che prevedeva l’uso di buste di diverso colore dove inserire le lettere a seconda della destinazione.
Questi metodi, tuttavia, si rivelarono presto poco agevoli per una società in continua espansione, soprattutto in grandi realtà come quella dell’Impero Britannico. Fu proprio in Inghilterra che il problema venne portato all’attenzione della politica: nel 1837 Rowland Hill portò a termine uno studio sulla riforma postale nel quali, tra le altre cose, si proponeva l’adozione di un bollo stampato su carta adesiva da apporre alla corrispondenza quale prova dell’avvenuto pagamento delle spese postali.
Ci vollero due anni per l’approvazione della riforma. Il 17 agosto veniva indetto un concorso, la “Treasure Competition”, con il quale il governo chiedeva la presentazione di bozzetti per la creazione del primo francobollo. Il Ministero del Tesoro britannico decise di apporre sul documento la vignetta della Regina Victoria, che venne realizzata dal pittore E. H. Corbould. Lo stesso Rowland Hill propose la dicitura POSTAGE da inserire nella parte superiore. La parte inferiore venne riservata al valore del francobollo. Gli angoli superiori vennero abbelliti con due croci di Malta al centro delle quali troviamo un sole radiato. Negli angoli inferiori, invece, vennero inserite due lettere che indicano la posizione del francobollo sul foglio di stampa (da AA – il francobollo stampato in prima riga e prima colonna – fino a TL – il francobollo stampato in ventesima riga e dodicesima colonna).
Questo sistema fu ideato per evitare falsificazioni.
Deduciamo, dunque, che ogni foglio di stampa conteneva 240 francobolli, stampati con inchiostro nero (come suggerisce il nome) dal famoso stampatore Perkins Bacon. Il Penny Back aveva una dimensione di 19 mm di base e 22 mm in altezza.
Per contrassegnare i francobolli usati fu ideato un annullo a forma di Croce di Malta da impiegare insieme ai timbri datari. È curioso notare che, fin dalla sua prima circolazione, il Penny Black divenne oggetto di ironia: per apporlo sulla corrispondenza, infatti, si diceva che bisognava leccare la Regina Vittoria sul didietro!
Nel 2021 la Sotheby’s di Londra ha messo all’asta il Penny Black più antico oggi conosciuto. L’esemplare, mai usato, riporta in basso le lettere AI. Ciò indica che si tratta del nono francobollo mai stampato, con un valore stimato tra i 4 e i 6 milioni di sterline. Molto ricercato dai collezionisti è anche l’esemplare chiamato Mauritius “Post Office”, un francobollo emesso nel 1847 dall’allora colonia britannica delle Mauritius. L’interesse è dovuto a un errore di stampa sul lato sinistro: il francobollo riporta la scritta POST OFFICE (ufficio postale) invece della corretta dicitura POST PAID (spese postali pagate).
Nel giro degli decenni successivi all’emissione del primo Penny Black, i maggiori stati mondiali adottarono il sistema dei francobolli per la corrispondenza locale ed estera. In Italia, il primo esemplare fece la sua comparsa nel 1850 con la serie denominata “Aquila Bicipite” del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1851 il Regno di Sardegna emise il suo primo francobollo da 5 centesimi, recante la vignetta di Vittorio Emanuele II. Questo rappresenta, come conseguenza dell’Unità d’Italia del 1861, anche il primo francobollo pienamente italiano.
Dalla sua emissione, il francobollo mostrò subito la geniale innovazione che rappresentava.
Rappresenta nella storia del progresso umano una tappa fondamentale che avvicinava il mondo pur mantenendo la distanza e la lentezza necessarie affinché una lettera fosse attesa con impazienza, con nostalgia, con sorpresa ed entusiasmo, e le parole venissero scelte con cura e lette con rispetto e meraviglia. Sentimenti che la velocità della comunicazione odierna sembra averci fatto dimenticare.
Moreno Stracci
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