Pasolini, un enigma irrisolto

Pasolini, un enigma irrisolto

di Pamela Stracci

Pier Paolo Pasolini, un genio inquieto e scomodo, continua a turbare l’immaginario collettivo italiano. La sua morte violenta, avvenuta la notte tra l’1 e il 2 novembre 1975 sull’idroscalo di Ostia, rimane uno dei misteri irrisolti più affascinanti e controversi della nostra storia recente.

Poeta, scrittore, regista, intellettuale poliedrico e scomodo, Pasolini è stato una delle figure più emblematiche del Novecento italiano. La sua opera, intrisa di una profonda analisi della società italiana del dopoguerra, ha spesso toccato temi controversi come la sessualità, la religione e le disuguaglianze sociali.

Una vita controcorrente

Nato a Bologna nel 1922, Pasolini trascorse un’infanzia e un’adolescenza segnate da continui trasferimenti di città perché il padre era un militare in carriera. Queste esperienze, questa instabilità, lo marcarono profondamente, influenzando la sua visione del mondo, la sua sensibilità e poi e la sua produzione artistica.

La sua scrittura, spesso cruda e provocatoria, lo rese presto uno degli intellettuali più discussi e seguiti del suo tempo. I suoi film, come Accattone, Mamma Roma e Salò o le 120 giornate di Sodoma, fecero scandalo e lo misero spesso al centro di polemiche.

La morte violenta e i misteri irrisolti

La sua morte violenta, avvenuta all’età di 53 anni, gettò un’ombra ancora più cupa sulla sua figura. Il corpo di Pasolini fu ritrovato sull’idroscalo di Ostia, con efferati segni di inaudita violenza. Le indagini si concentrarono inizialmente su Pino Pelosi, un giovane che confessò l’omicidio, ma le sue dichiarazioni furono sempre contraddittorie. Pino Pelosi viene condannato con sentenza definitiva, quale colpevole dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini: eppure tanti sono i dubbi che attanagliano il caso.

Negli anni, sono state formulate numerose teorie sul movente dell’omicidio, che vanno dal caso alle vendette personali, da un giro di malcostume a complotti politici. Alcuni ipotizzano un coinvolgimento di ambienti deviati o di organizzazioni segrete, mentre altri ritengono che la morte di Pasolini sia stata legata alle sue inchieste giornalistiche sulle stragi degli anni di piombo.

2023 La richiesta di riapertura del caso

“Non ricorrono i presupposti per nuove investigazioni”. Così si esprime la Procura di Roma nel provvedimento con cui ha respinto nel passato novembre 2023 la richiesta di riaprire le indagini sull’assassinio di Pier Paolo Pasolini. La domanda era stata i 6 marzo dello stesso anno dall’avvocato Stefano Maccioni per conto del regista David Grieco, dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti e dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, con l’obiettivo di verificare l’identità dei tre profili genetici rilevati nel 2010 sulla scena del delitto dai carabinieri del Ris.

Nel documento in cui rifiuta nuovi approfondimenti, il pubblico ministero Francesco Minisci sottolinea che gli elementi proposti, “valutati alla luce delle imponenti attività svolte” nel corso delle precedenti indagini, “non sono idonei a consentire l’attivazione della procedura di riapertura delle indagini”. Minisci osserva che tali elementi, in alcuni aspetti, “non sono focalizzati sull’omicidio ma riguardano episodi di contorno, talora ripetitivi di attività già svolte e orientati verso soggetti già valutati, riferiti a un raggio investigativo dal carattere sostanzialmente perlustrativo”, e che “non appaiono utili ad aggiungere altri elementi alla mole e alla completezza di indagini (già svolte dall’ufficio e valutate dal giudice per le indagini preliminari di Roma)”.

In merito alla decisione della Procura di non procedere, l’avvocato Maccioni ha commentato: “Prendiamo atto con malcelata amarezza della decisione presa dalla Procura della Repubblica di Roma di rinunciare all’accertamento delle effettive responsabilità per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini”. Maccioni ha proseguito ricordando che “è evidente che Giuseppe Pelosi non possa essere considerato l’unico responsabile, ma si rinuncia a svolgere ulteriori indagini ritenendo che quelle svolte dal 2010 al 2015 siano state sufficienti. Ma se così fosse perché non si è arrivati a una soluzione? Perché non si è mai indagato sul movente? Perché ancora una volta non si è acquisito il fascicolo relativo a Pier Paolo Pasolini custodito presso il Dis (i servizi segreti italiani ndr)? Perché non si effettuano ulteriori accertamenti scientifici sui tre Dna rinvenuti sulla scena del crimine su alcune persone? A tutte queste domande i cittadini italiani non troveranno mai risposte. Decidiamo di pubblicare integralmente il rigetto invitando chi sa a parlare perché non potremo mai accettare che lo Stato rinunci ad accertare la verità”.

49 anni dalla morte di Pasolini

In occasione della commemorazione per il 49esimo anniversario dell’assassinio di Pier Paolo Pasolini, svoltasi presso l’idroscalo di Ostia, l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Massimiliano Smeriglio, ha dichiarato: “Per me era importante essere qui, in ricordo di Pierpaolo Pasolini, e rafforzare la relazione tra il Campidoglio Ostia e l’idroscalo dove è stato barbaramente uccido 49 anni fa. In una delle tante notti della Repubblica”. Smeriglio ha poi aggiunto: “Non ci fermeremo alle celebrazioni – aggiunge – perché, in previsione del cinquantenario, ascoltando il territorio, le associazioni e il Municipio X, organizzeremo una serie di iniziative per ricordare e attualizzare ulteriormente quello che Pasolini ha lasciato al nostro Paese. Un pensiero mai scontato lucido feroce visionario. Un intellettuale che non va monumentalizzato ma, anzi, va evidenziata la sua contemporaneità, la sua presenza costante nella vita e nella cultura italiana”.

Un’eredità controversa

La figura di Pasolini continua a dividere l’opinione pubblica. C’è chi lo considera un profeta, un martire della verità, e chi invece lo vede come un provocatore.

Indipendentemente dai giudizi, è innegabile che Pasolini abbia lasciato un’impronta indelebile sulla cultura italiana. La sua opera, complessa e controversa, continua a essere oggetto di studio e di dibattito, e la sua morte rimane un enigma che turba ancora oggi.

Chiudiamo questo articolo citando questo passo potente racchiuso in Poesia in forma di rosa da Poesie mondane:

“E io ritardatario sulla morte, in anticipo sulla vita vera, bevo l’incubo della luce come un vino smagliante.”

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Photo-video credits:
Pasolini” by tonynetone is licensed under CC BY 2.0.

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