Fabio Mario Angelicchio racconta “Il primo italiano dell’Opus Dei. Monsignor Francesco Angelicchio”
di Pamela Stracci
È uscito in questi giorni il libro “Il primo italiano dell’Opus Dei. Monsignor Francesco Angelicchio”, edito dal Gruppo Editoriale Mursia, che racconta la vita incredibile di questo sacerdote, primo membro dell’Opus Dei in Italia.
Nato a Roma da una famiglia modesta, con il papà maresciallo dei carabinieri, Angelicchio si è distinto fin dalla giovane età per la sua intelligenza e il suo impegno religioso. Dopo aver conseguito la maturità, Angelicchio si iscrive all’Università e davanti a lui l’attende una brillante carriera da avvocato. Per mantenersi agli studi lavora come clacchista al teatro Eliseo di Roma con l’amico Alberto Sordi – che in quel periodo cercava di sfondare doppiando la voce di Oliver Hardy (l’Ollio del famosissimo duo comico americano) – e Paolo Panelli. Durante gli anni della guerra, ha combattuto sul fronte jugoslavo, poi parà della Folgore, è riuscito a scampare all’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Angelicchio a un certo punto entra in contatto con l’Opus Dei, l’istituzione cattolica fondata in Spagna da Josemaría Escrivá de Balaguer, e qui la vita scombina le carte in tavola! Dopo l’incontro con il presbitero spagnolo – canonizzato nel 2002 da Giovanni Paolo II, il giovane avvocato lascia la toga e chiede l’ammissione alla prelatura diventando il primo “numerario” italiano dell’Opera o come lo chiamò Escrivá “il mio primogenito italiano”.
Angelicchio nella sua missione, ha svolto un ruolo importante nello sviluppo dell’Opus Dei in Italia: è stato responsabile della formazione dei nuovi membri e ha ricoperto diversi incarichi di governo all’interno dell’Opera. In Vaticano, ha collaborato con la Segreteria di Stato ed è stato Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della CEI e responsabile del Centro Cattolico Cinematografico, incarico quest’ultimo che ha fatto entrare in contatto Angelicchio con i principali protagonisti del cinema italiano come Fellini, Rossellini, De Sica, Anna Magnani, la Lollo, Pasolini e tanti altri. Ma Angelicchio è stato anche un attivo pastore fino alla sua morte.
Quello che offre questo libro, è un ritratto vivido e completo di un uomo che ha dedicato la sua vita alla Chiesa e all’Opus Dei. La sua biografia è una preziosa testimonianza anche della storia dell’Opera in Italia e un invito a riscoprire la bellezza della santità quotidiana offrendo anche uno spaccato della società italiana di quel periodo.
A raccontare questa incredibile storia, questa vita straordinaria, è Fabio Mario Angelicchio, nipote del sacerdote, giornalista e inviato di guerra della Redazione Esteri del Tg di La7, e attualmente conduttore dell’edizione del telegiornale delle 7:30. Tra i riconoscimenti assegnati al giornalista, il Premio Internazionale Daunia, Il Giglio per la Pace e Libertà di Stampa, e quello di “Ambasciatore per la Pace” conferito da Quia, con vera stima, nel 2022.
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