Marie Laveau: la regina del Voodoo
Si perde nel fumo dei secoli, la storia della Regina del Voodoo di New Orleans, una delle donne più potenti e temute della città, il cui retaggio ancora risuona per le strade della Louisiana.
La città di New Orleans, fondata nel 1718 in onore del duca di Orléans, è unica nel suo genere: ancora oggi è un mix di culture, dalla modernità contemporanea alle radici europee del XVIII secolo, dal cibo speziato all’architettura coloniale, dalla musica e l’arte alle leggende che affondano nel mito e che affascinano residenti e turisti anche con la famosa festa del Mardi Gras, il carnevale. Una città che si fonde con i suoi abitanti in un patrimonio culturale vivente unico!
Nel fervore a cavallo dell’800, nasce Marie Laveau nel quartiere francese Vieux Carrè, il più antico della città.
Marie nasce da Charles, un ricco mercante mulatto e da Marguerite, una donna creola libera grazie alla madre Catherine, una schiava che era riuscita a pagare un riscatto esorbitante per ottenere la propria libertà e a costruirsi una propria casa. A 18 anni si sposa nella Cattedrale cattolica di San Luis con un haitiano di nome Jacques Paris: non si sa quando Marie si iniziò ad approcciare al voodoo ma già lo praticava con il marito. Da questo matrimonio sembra che la coppia avesse due figlie: Marie Angelie e Felicité. Alla scomparsa delle figlie seguì a breve quella del marito, avvenuta in circostanze misteriose, e la donna iniziò a praticare apertamente il voodoo e a farsi chiamare “vedova Paris”.
Un nuovo amore coinvolse Marie: il nobile statunitense di origini francesi Louis Christophe Dumesnil de Glapion, morto anch’esso in circostanze inspiegabili, con il quale non si poté sposare mai a causa della legge in vigore negli Usa fino al 1967 che proibiva le mescolanze razziali. Da questo secondo rapporto, alcuni storici ricostruiscono che ebbe 7 figli, mentre altri parlano addirittura di 15. Dai documenti ufficiali le figlie che sopravvissero fino all’età adulta furono solo due, Marie Eloise Eucharistie e Marie Philomène.
Dopo la morte del compagno, Marie aprì un negozio di parrucchiera, ma non erano solo i capelli che sistemava alle sue clienti! Amuleti, pozioni, bambole e feticci voodoo, preghiere, incantesimi, erbe, questo era quello che offriva alle sue clienti di ogni estrazione sociale e provenienza etnica. La vicinanza con un altro personaggio enigmatico e controverso, il “dott. John”, un uomo senegalese catturato e portato in America come schiavo e conosciuto come il “Re voodoo” di New Orleans, contribuì ad affermare la sua leadership nel campo della magia.
Temuta, rispettata, adorata, Madame Laveau officiava i suoi riti principali nel cottage di St. Ann Street, che non era solo la casa di famiglia costruita dalla nonna Catherine, ma anche il suo tempio. Una delle cerimonie più importanti che celebrava era la vigilia della festa di San Giovanni il 23 giugno con il solstizio d’estate. Sulle rive del Lago Pontchartrain si svolgevano invece le cerimonie di iniziazione al Voodoo, tra balli, canti e suoni di tamburi.
Nella piazza di Congo Square si riuniva tutte le domeniche per pregare.
La grande celebrità della sacerdotessa è probabilmente da ricercare, tra le altre circostanze, nel fatto che univa elementi tipici della pratica Voodoo africana a quelli del cattolicesimo. Malefica se necessario, caritatevole allo stesso tempo, nessuno poteva rimanere immune al suo fascino e potere. La divinità invocata era Damballah Wedo che si manifestava come un serpente. E il serpente era il suo animale preferito alla quale era devota: famoso in tutta la città era Zombie, il gigantesco serpente domestico che accompagnava sempre la donna.
Marie è seppellita nel cimitero di San Louise di New Orleans. L’obituario pubblicato sul quotidiano The New Orleans Daily Picayune il giorno seguente la morte, recitava: “donna di grande bellezza, intelletto e carisma, che era anche devota, caritatevole e un’abile guaritrice con le erbe”.
Molti giurarono di aver rivisto la donna nei giorni seguenti la morte, alimentando l’eco del mito nel tempo.
Moreno Stracci
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