Lilla Cabot Perry: l’impressionismo sbarca in America
di Moreno Stracci
Lilla Cabot Perry (1848-1933) brilla come figura di spicco nel movimento impressionista americano. Nata in una famiglia benestante di Boston, sfidò le aspettative sociali per diventare un’artista di successo, lasciando un vivido patrimonio di paesaggi e ritratti che catturano la bellezza fugace della luce e della vita.
Nata Lydia Cabot a Boston, Massachusetts nel 1848, Lilla (immagine in alto, autoritratto) crebbe in un ambiente ricco di interessi intellettuali e artistici. Suo padre, un rinomato chirurgo, le trasmise l’amore per la conoscenza, mentre l’incontro con figure letterarie di spicco come Louisa May Alcott alimentò il suo spirito creativo. A differenza di molte donne della sua epoca, Lilla ricevette un’educazione completa, studiando letteratura, poesia e musica.
All’inizio dei suoi vent’anni, Lilla sposò Thomas Sergeant Perry (in basso), critico letterario e accademico. Questa unione modellò non solo la sua vita personale, ma anche il suo percorso artistico. I viaggi della coppia in Europa negli anni ‘80 dell’Ottocento la avvicinarono al nascente movimento impressionista.
Particolarmente affascinata dalle opere di Claude Monet, iniziò a sperimentare la resa della luce e dell’atmosfera nei suoi dipinti. La sua arte fu influenzata anche da un’altra grande artista americana riconducibile all’Impressionismo: Mary Cassatt (1844- 1926), amica e allieva di Degas, e particolarmente interessata a cogliere, nella sua arte, l’intimo legame che si crea tra madri e figli.
I dipinti di Lilla Cabot Perry si caratterizzano per pennellate sciolte, colori vibranti e un’attenzione, pienamente impressionista, ai giochi della luce. Prediligeva scene all’aperto, raffigurando spesso giardini, spiagge e paesaggi baciati dal sole.
Alcune delle sue opere più famose sono:
– Il Trio (Alice, Edith e Margaret Perry) (A) (1898-1900): questo tenero ritratto delle tre figlie di Lilla incarna il calore e l’intimità che caratterizzano le sue opere figurative.
– Pagliai a Giverny (B) (1896): questa scena vibrante, dipinta durante un’estate trascorsa vicino alla casa di Monet a Giverny, in Francia, mostra la maestria di Lilla nel catturare l’interazione di luce e ombra su un paesaggio rurale.
– Lunedì di Neve (C) (1926): questa scena invernale, un allontanamento dalla sua solita tavolozza illuminata dal sole, dimostra la capacità di Lilla di evocare atmosfere e stati d’animo attraverso colori e texture contrastanti.
Lilla mantenne una sensibilità unicamente americana, incorporando spesso elementi della vita e dei paesaggi bostoniani nelle sue opere. Ciò è evidente in dipinti come Ritratto di Elsa Tudor (1898), che raffigura una giovane donna in un elegante giardino di Boston.
Dopo il suo soggiorno in Europa, Lilla Cabot Perry tornò negli Stati Uniti come ardente sostenitrice dell’Impressionismo.
Esponeva attivamente le sue opere, partecipava a circoli artistici e ospitava incontri a casa sua per discutere e promuovere il movimento. Il suo successo artistico e le sue conoscenze sociali giocarono un ruolo cruciale nello spianare la strada all’accettazione dell’Impressionismo nel mondo dell’arte americana, profondamente legata alla poetica del realismo.
Nel corso della sua lunga carriera, Lilla continuò a dipingere prolificamente, viaggiando persino in Giappone più avanti negli anni, dove realizzò una serie di paesaggi molto interessanti, tra cui Monte Fuji con Pietre Tombali (D) (1898-1901), che riflette l’influenza delle xilografie giapponesi. Rimase attiva nella comunità artistica fino alla sua morte nel 1933, lasciando un corpus consistente di opere che continua a ispirare artisti e amanti dell’arte.
Per concludere, la vita e le opere di Lilla Cabot Perry incarnano lo spirito dell’innovazione artistica e dello scambio culturale. La dedizione al suo mestiere e il suo incrollabile sostegno all’Impressionismo hanno fatto di lei una figura di spicco nella storia dell’arte americana. Una figura, certo, meno nota al
grande pubblico ma fondamentale nel mantenere vivo un dialogo artistico sincero e profondo, dal quale bisognerebbe prendere ispirazione oggi: l’arte, quando è veramente tale, ha bisogno di dialogare, se non lo fa, è già morta (o forse non è mai nata).
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