Kansha risponde: Stefano e la meditazione
Mi chiamo Stefano, ho 30 anni e pratico meditazione da poco. Quando inizio la meditazione mi sento assalire da mille pensieri negativi, sento come il desiderio di urlare e prendere a calci tutto quello che ho intorno. Non mi fa stare bene e allora lascio stare. La meditazione non è per me?
Ciao Stefano,
quella che descrivi è una situazione comune non solo ai neofiti della meditazione ma anche a chi è più esperto. Quello che tu descrivi è un momento fondamentale della pratica: portare alla coscienza le nostre frustrazioni per poi liberarcene e godere dello stare insieme a noi stessi, perché questo è la meditazione: essere in presenza dei veri noi stessi. La meditazione ha il potere di mostrarci quello che spesso rimane sepolto tra le mille attività che svolgiamo quotidianamente e che ci distraggono. La fase della rabbia, molto comune, ci dice che non ci siamo presi abbastanza cura di noi stessi, che il nostro passato (lontano o recente) è stato segnato da azioni mancate, da parole non dette. È la fase più difficile ma necessaria. Guardare quei pensieri che ci irritano senza attaccarci a loro ma senza neanche cacciarli via. Osserva i tuoi pensieri, non reagire, prendi coscienza di loro, accettali, sussurra a te stesso: “Ho questo pensiero, mi irrita, è parte di me e lo accetto”. Fai così per ogni pensiero che vedi durante la meditazione, respira con un lieve sorriso sulle labbra e sentiti forte come un guerriero, capace di sopportare quel momentaneo malessere. Passerà a breve. E ricorda, la meditazione è per tutti, è una nostra abilità innata, tanto necessaria allo spirito.
Kansha
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