Guida ai buoni propositi per l’anno nuovo: come sceglierli, come realizzarli
Guida ai buoni propositi per l’anno nuovo: come sceglierli, come realizzarli
di Moreno Stracci
L’ultimo giorno dell’anno è spesso carico di riflessioni e speranze per il futuro. Il cambiamento di calendario, pur essendo un fenomeno simbolico, ha un forte impatto psicologico. È un momento in cui molte persone si fermano a riflettere sul passato, sul percorso compiuto e sulle opportunità che si apriranno con il nuovo anno. In questo contesto, nasce la tradizione dei buoni propositi: promesse che ci facciamo per migliorare la nostra vita, correggere vecchie abitudini e intraprendere nuove sfide.
Ma è davvero utile fare i buoni propositi per l’anno nuovo? È un’illusione ottimistica che svanisce dopo poche settimane, o può essere un’opportunità concreta per il cambiamento? Gli esperti sostengono che, se ben strutturati, i buoni propositi possano avere un impatto positivo sulla vita di una persona. Tuttavia, per evitare che diventino una semplice illusione, è necessario affrontarli con una strategia realistica, consapevole e motivata.
Perché i buoni propositi falliscono?
Secondo la psicologia, i buoni propositi sono una manifestazione del nostro desiderio di autotrasformazione. Il filosofo francese Jean-Paul Sartre suggeriva che ogni nuovo inizio, come il cambio d’anno, offre l’opportunità di reinventarsi. Le nostre intenzioni per il futuro sono un modo per affrontare la realtà con una nuova consapevolezza di sé, proiettando una versione migliore di noi stessi. Tuttavia, i buoni propositi, se non ben progettati, possono facilmente fallire a causa della dissonanza cognitiva, un fenomeno psicologico che si verifica quando ciò che pensiamo non coincide con le azioni che compiamo.
Uno dei maggiori ostacoli risiede nella natura stessa dei nostri propositi, o meglio nella scarsa consapevolezza che abbiamo dei nostri bisogni più profondi: spesso ci proponiamo degli obiettivi che in realtà non rispecchiano i nostri desideri autentici. Di frequente, questo si accompagna a condizionamenti esterni che, uniti alla poca conoscenza di noi stessi, ci indirizzano verso progetti personali illusori.
La psicologia parla di motivazione intrinseca (interna, per il nostro autentico benessere) ed estrinseca (proveniente dall’esterno, spesso indotta). Gli esperti ci insegnano che spesso siamo vittime di condizionamenti sociali. Secondo la teoria dell’apprendimento sociale di Albert Bandura, gran parte del nostro comportamento e dei nostri desideri deriva dall’osservazione e imitazione degli altri. Le campagne pubblicitarie, i social media e persino la cultura popolare ci forniscono modelli di vita, successo e bellezza che ci spingono a desiderare ciò che è considerato “normale” o “desiderabile” dalla società. Questo fenomeno può portare a fare propositi che non riflettono veramente chi siamo, ma che sono il risultato di un desiderio di conformarci a un ideale esterno e di essere socialmente accettati.
Ad esempio, molte persone si trovano a fare il proposito di “perdere peso” perché vedono immagini di corpi perfetti sui social media, senza considerare se il loro obiettivo di dimagrire sia davvero una priorità per la loro salute e benessere, o se sia semplicemente un tentativo di soddisfare gli standard estetici imposti dalla cultura dominante.
Per evitare di cadere in questa trappola, è essenziale fare una riflessione profonda sulla natura dei nostri propositi. Psicologi come Carl Rogers, uno dei fondatori della psicologia umanistica, sostenevano che il vero cambiamento avviene quando le persone sono in grado di riconoscere e accettare le proprie inclinazioni naturali e bisogni interiori. Se i propositi non sono allineati con la propria essenza, sarà molto più difficile mantenere la motivazione. Secondo la Self-Determination Theory di Deci e Ryan, perseguire obiettivi intrinseci porta a una maggiore soddisfazione e benessere psicologico, poiché sono allineati con i nostri valori e desideri profondi. Dall’altro lato, questo significa che raggiungere obiettivi la cui motivazione è dettata dall’esterno porterà a una soddisfazione di poco valore in termini sia di benessere, sia di crescita personale.
Un modo per sondare se un proposito è davvero nostro è utilizzare la tecnica delle domande esplorative. Ad esempio:
Perché voglio questo obiettivo?
Come mi sento riguardo a questo obiettivo?
Questo obiettivo mi aiuterà a crescere come persona?
Se non raggiungo questo obiettivo, come mi sentirò?
Come stabilire propositi efficaci
In uno studio condotto da Richard Wiseman, psicologo dell’Università di Hertfordshire, è emerso che circa il 88% delle persone che fanno dei buoni propositi per il nuovo anno non riesce a mantenerli a lungo termine. La causa di questo fallimento risiede in un approccio vago e non realistico, che non tiene conto dei meccanismi psicologici che supportano la creazione di nuovi comportamenti.
Per evitare che i buoni propositi diventino una semplice illusione ottimistica, è fondamentale stabilirli in modo realistico, misurabile e con un piano concreto per raggiungerli. La psicologia comportamentale suggerisce l’utilizzo di alcune tecniche che possono aumentare significativamente la probabilità di successo:
Stabilisci obiettivi specifici e misurabili
I propositi vaghi come “essere più felice” o “fare più esercizio” sono difficili da misurare e difficili da mantenere. Un obiettivo come “camminare 30 minuti al giorno, 5 volte a settimana” è concreto, misurabile e molto più facile da realizzare. Secondo la SMART goal theory (Specific, Measurable, Achievable, Relevant, Time-bound), un buon obiettivo è sempre chiaro, misurabile, realistico e con una scadenza definita.
Fai piccoli passi
La psicologia del cambiamento suggerisce che, per evitare il fallimento, è importante partire con piccoli passi. La teoria del “piccolo passo” si basa sull’idea che modificare un comportamento con azioni piccole e graduali aumenta le probabilità di successo nel lungo termine. Se l’obiettivo è perdere peso, ad esempio, iniziare con una piccola modifica nella dieta o con 10 minuti di attività fisica giornaliera può essere un buon punto di partenza.
Crea un piano di azione dettagliato
Non basta solo dichiarare un proposito; è essenziale creare una strategia per raggiungerlo. Questo può significare pianificare attività specifiche, stabilire orari precisi per compierle, e avere un sistema di monitoraggio dei progressi. Se il tuo proposito è imparare una nuova lingua, per esempio, potrebbe essere utile pianificare di studiare 15 minuti al giorno, iscriverti a un corso, o utilizzare app di apprendimento, stabilendo con quale frequenza usarla.
Visualizza e monitora
La visualizzazione è una tecnica psicologica che implica immaginarsi mentre si raggiungono gli obiettivi. Questa pratica può aiutare a rinforzare la motivazione e la fiducia in sé. Inoltre, il monitoraggio regolare dei progressi, come tenere un diario o usare un’app, permette di vedere i miglioramenti e di adattare il piano di azione se necessario, oltre che a fornire la necessaria motivazione.
Accetta il fallimento e adattati
Un altro aspetto cruciale è la gestione del fallimento. La psicologia cognitiva sostiene che il fallimento non deve essere visto come una fine, ma come una parte naturale del processo di cambiamento. Carol Dweck, psicologa dell’Università di Stanford, nel suo libro Mindset, evidenzia che le persone con una “mentalità di crescita” vedono il fallimento come un’opportunità di apprendimento piuttosto che come una sconfitta. Adattare i propri obiettivi in base alle difficoltà che si incontrano è essenziale per mantenere alta la motivazione.
Condividi i tuoi obiettivi
Non sottovalutare l’importanza del supporto sociale. Le ricerche mostrano che avere qualcuno con cui condividere i propri obiettivi e progressi può aumentare notevolmente le possibilità di successo. L’effetto di “responsabilità” derivante dal coinvolgimento di amici o familiari crea un ulteriore livello di motivazione.
I buoni propositi per l’anno nuovo, se affrontati con consapevolezza e pianificazione, possono diventare una reale opportunità di miglioramento. Tuttavia, è fondamentale comprendere che il cambiamento richiede tempo, perseveranza e un piano ben strutturato. La psicologia ci insegna che la motivazione, per essere duratura, deve originare da dentro noi stessi, essere radicata in obiettivi chiari e realistici, sostenuti da azioni concrete.
In definitiva, fare buoni propositi non è un esercizio futile, ma una pratica che, se fatta con attenzione, può portare a una crescita personale significativa. La chiave è credere nella propria capacità di cambiare, ma anche essere pronti ad adattarsi, imparare dai fallimenti e celebrare i piccoli successi lungo il cammino. Ma per fare tutto questo è necessario trasformare i nostri pensieri e i nostri desideri in azione, senza la quale faremo poca strada.
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