Giuda: non chiamatelo traditore

Giuda: non chiamatelo traditore

Il Vangelo di Giuda, testo apocrifo gnostico, rovescia l’immagine di un Giuda traditore evidenziandone il ruolo chiave nel destino salvifico di Cristo. Scopriamo la sua storia e i concetti chiave. 

La scoperta del Vangelo di Giuda 

Siamo nella splendida terra d’Egitto, alla fine degli anni settanta del secolo passato: in una grotta tra i dirupi del Jebel Marara (letteralmente “montagna amara”), la catena montuosa situata nella provincia di Al Minya in Sudan, quando viene rinvenuto dai contadini locali un manoscritto (foto in basso). Il codice è una copia di un testo più antico, ed è scritto in lingua copta, databile, al carbonio 14, tra l’ultimo decennio del III secolo e la prima metà del IV sec. d.C.. Viene venduto ad un mercante di antichità al quale poi verrà rubato: sarà costretto a varie peripezie per ritrovarlo. Dopo aver tentato di venderlo a cifre astronomiche senza successo, nel 1999, alcuni fogli sottratti dal manoscritto vengono comprati da una ricca collezionista svizzera, Frieda Nussberger Tchacos, che l’anno dopo acquista anche il restante manoscritto. Nel 2001, viene acquisito dalla Maecenas Foundation for Ancient Art of Basilea che lo affida a un team di esperti per ricostruirlo, restaurarlo e tradurlo. Finalmente nel 2006 il manoscritto, oggi conosciuto come Codex Tchacos, viene presentato al pubblico dalla National Geographic con la sua sconvolgente rivelazione. Il Codice è composto da quattro testi antichi e tra questi il Vangelo di Giuda.

Il Vangelo perduto

Dopo anni di oblio, il Vangelo perduto di Giuda, torna alla luce con una potenza inaudita che ha scosso gli studiosi biblici di tutto il globo. Il testo restituisce non solo una visione di un Giuda ma anche di Gesù completamente diversa da quella descritta e conosciuta dai vangeli canonici della Chiesa.

Dimenticato fino ad allora, era stato menzionato soltanto da Sant’Ireneo, Vescovo di Lione, nel suo trattato contro le eresie scritto nel 180, che ne parla indignato per il contenuto eretico, considerata la sua avversione verso la setta gnostica dei Cainiti.
Partendo dalla menzione di Ireneo, il Vangelo di Giuda è stato scritto sicuramente prima di questa data, probabilmente tra il 130 e il 170 anche se diverse tesi evidenziano che potrebbe essere pressoché contemporaneo all’ultimo vangelo canonico scritto attorno al 100.

Giuda e Gesù in una visione alternativa

In questo testo, Giuda non è raccontato come un traditore ma come uno strumento affinché si compia il destino del sacrificio del Cristo: è l’unico discepolo capace di capire la parola di Gesù, l’unico – il tredicesimo apostolo – al quale “è stato detto tutto”, tutti “i misteri del regno”.

Giuda1 pubblico dominiosite
Sudan - Deriba Caldera

Viene ritratto invece un Gesù dissonante e ironico con gli altri apostoli, che ridicolizza in varie occasioni perché non riescono a comprendere i suoi insegnamenti, e spesso da questi criticato per essere poco schietto in ciò che dice. Il quadro che appare è quindi quello di Giuda che obbedisce al comando di Gesù e si sacrifica, favorendo l’arresto del maestro, e dando inizio alla passione, il culmine della quale, la crocifissione, libererà Cristo dal suo corpo carnale e lo farà tornare tra i suoi discepoli e nel mondo, con tutta la sua natura divina nella risurrezione della Pasqua.

Giuda è consapevole e accetta il disegno divino, accetta di essere ripudiato dai suoi compagni, di essere rimpiazzato, accetta il suo misero futuro, di essere maledetto dalle generazioni future del mondo intero. Eppure il suo martirio aprirà le porte alla venuta dell’uomo nuovo, riconciliato con Dio, e sarà necessario per compiere il destino di Gesù secondo una visione chiaramente gnostica: “Ma tu sarai il maggiore tra loro. Poi ché sacrificherai l’uomo che mi riveste”.

Chi lo ha accolto con entusiasmo, chi con condanna, è chiaro che il testo è pieno di implicazioni e per la sua lettura ci si deve predisporre con un animo sereno e una mente ricettiva scevra da pregiudizi, ma di certo un dubbio o almeno una riflessione è d’obbligo perché non si tratta di credere ma di capire.

Come canta Bob Dylan nel brano With God on Our Side: “Dovrete decidere se Giuda Iscariota aveva Dio al fianco”.

Pamela Stracci

© Riproduzione riservata

Giotto, Bacio di Giuda (1303-1305), Cappella degli Scrovegni - Padova

In alto: Jose Ferraz de Almeida Junior, Remorso de Judas (1880), Olio su tela (particolare)

Photo-video credits

File:Sudan Jebel Marra Deriba Lakes edited.jpg” by J Williams (= Hammy07 at en.wikipedia) is licensed under CC BY-SA 3.0.

 

QUIA MAGAZINE CLUB   Pubblicato l'articolo: Bill Traylor: un outsider dell'arte americana  -  QUIA MAGAZINE sfoglia la rivista -  pubbicato il focus su L'amore di Dante per Beatrice nella lettura di un sonetto della Vita Nova - pubblicata la terza unità del Corso base di Scrittura Giornalistica - pubblicato l'articolo Oltre la tela: la Lowbrow Art -  pubblicato il podcast Shakespeare, il mistero della sua scrittura  -   pubblicata la terza parte dell'audiolibro "La contessa d'Amalfi" di Gabriele D'Annunzio