Febbraio 2023: editoriale
Qualche giorno fa ho iniziato a seguire una serie televisiva catalana dal titolo “Merlì“. La serie narra le storie di un gruppo di ragazzi che frequentano la facoltà di filosofia dell’Università di Barcellona, e dei loro professori, dipingendo un quadro vivido e attuale della nostra società. La serie è sottotitolata con la locuzione latina “Sapere aude” ripresa dalle Epistole di Orazio. Lo scrittore latino la scrive in una lettera indirizzata all’amico Massimo Lollio. Si tratta di una esortazione che in italiano possiamo tradurre come “Abbi il coraggio di conoscere!“.
Mi sono allora domandato se è vero che la conoscenza richieda coraggio. La risposta che mi sono dato è: Sì, ce ne vuole molto. Conoscere significa lasciare la nostra zona di comfort e il senso di controllo (illusorio) per il quale ne siamo così dipendenti, significa essere pronti ad abbandonare le nostre certezze. E questo è un pensiero che ci terrorizza. Tuttavia, abbandonare le certezze che abbiamo non significa che non ne avremo più, anzi! Conoscere ci aiuta a costruire una nuova visione del mondo, pensieri privi di pregiudizio e meno stigmatizzanti o superstiziosi, e opinioni al riparo da insidiose propagande. La conoscenza, insomma, ci rende liberi, e la sua diffusione ci permette di spronare gli altri a rivendicare la propria libertà. E questo è fondamentale perché come affermava Hegel “Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono“.
Moreno Stracci
Direttore Editoriale
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