Bucefalo, l’ombra inseparabile di Alessandro Magno
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di Andrea Petriccione
La storia è infarcita di esempi di inseparabili compagni d’avventura e questo è senz’altro il caso di Alessandro Magno e il suo prestante e intrepido cavallo tessalo Bucefalo (da “testa di bue”), indomabile per tutti eccetto lui che da perspicace, audace e posato qual era intuì come sottomettere l’animale che pareva selvaggio per paura della sua stessa ombra e lo fece suo.
Di lì in poi, il fedele Bucefalo, consegnato alla leggenda come intelligente oltre che forte e incrollabile, seguì per quasi un ventennio Alessandro in ogni battaglia, dalla Grecia fino ai confini dell’India.
Sulla fine di Bucefalo c’è contraddittorio fra fonti discordanti: in una battaglia accesa o per l’età avanzata o la fatica del lungo peregrinare.
Neanche questo ruppe il sodalizio fra i due amici che si dice avessero persino in comune il giorno della nascita, seppur a distanza di una decina d’anni.
In suo onore, Alessandro fondò una città, Alessandria Bucefala, lungo il fiume Idaspe (oggi Jhelum, Jalalpur presso Gujrat, nel Punjab, odierno Pakistan), affinché il nome del suo fedele destriero fosse ricordato per l’eternità.
E noi ricordiamo lui e la sua storia come emblema del legame indissolubile che può intercorrere tra uomo e animale fondato su un basamento di sintonia, rispetto, lealtà, empatia e affetto.
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