Bed Rotting: il piacere di restare a letto o segno di malessere?

Bed Rotting: il piacere di restare a letto o segno di malessere?

Bed Rotting: il piacere di restare a letto o segno di malessere?

Di Moreno Stracci

 

Negli ultimi anni, il concetto di “bed rotting” – letteralmente “marcire a letto” – ha guadagnato popolarità, soprattutto tra i giovani della Generazione Z. Questa pratica, che consiste nel trascorrere lunghi periodi a letto, anche da svegli, dedicandosi ad attività passive come guardare serie TV, scorrere i social media o semplicemente restare fermi, è stata interpretata in modi diversi: per alcuni, è una forma legittima di autocura, mentre per altri rappresenta un campanello d’allarme per il benessere mentale.

Il Bed Rotting tra autocura e e disagio

Nella nostra società iper-produttiva, il riposo è spesso visto come un lusso o addirittura un segno di pigrizia. Il bed rotting si contrappone a questa mentalità, offrendo un’opportunità di rallentare e concedersi momenti di inattività senza sensi di colpa. Tuttavia, la linea tra il legittimo bisogno di riposo e un sintomo di malessere psicologico è sottile.

Secondo la dottoressa Stephanie Preston, docente di psicologia all’Università del Michigan, una giornata trascorsa a letto può essere benefica se rappresenta un momento occasionale di rigenerazione. Il problema emerge quando questa abitudine diventa sistematica, influenzando negativamente la routine quotidiana e le relazioni interpersonali. “Se una persona si rifugia a letto con frequenza e prova difficoltà a svolgere le normali attività della vita quotidiana, potrebbe trattarsi di un segnale di ansia o depressione”, avverte Preston.

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L’influenza dei Social Media

Piattaforme come TikTok hanno amplificato il fenomeno, con milioni di utenti che condividono video e testimonianze sulle proprie esperienze di bed-rotting. Da un lato, questi contenuti normalizzano il bisogno di prendersi una pausa, dall’altro rischiano di rendere accettabile un comportamento che, se prolungato, può avere conseguenze negative sulla salute mentale e sulla vita sociale.

Uno studio pubblicato dalla Cleveland Clinic sottolinea come l’autoisolamento e la sedentarietà prolungata possano esacerbare sintomi depressivi e ansiosi latenti. Inoltre, il continuo confronto con la vita degli altri sui social media può alimentare un desiderio di emulazione che porta a un senso di inadeguatezza, spingendo alcune persone a ritirarsi ulteriormente nel proprio spazio privato.

Dal punto di vista sociale, il bed rotting può essere visto come una risposta alla crescente pressione legata alle aspettative di produttività e successo. Le generazioni più giovani, in particolare, si trovano spesso schiacciate da aspettative elevate, dalla precarietà lavorativa e dall’incertezza sul futuro. In questo contesto, scegliere di rimanere a letto può diventare un atto di ribellione contro la cultura della performance, un atto individuale e passivo, il cui scopo è quello di staccare la spina senza, tuttavia, una prospettiva di cambiamento.

Come trovare un equilibrio tra riposo e attività?

Il bed rotting, se praticato in modo occasionale, può avere effetti positivi sul recupero mentale ed emotivo. Tuttavia, se diventa un’abitudine quotidiana, può compromettere il benessere generale e la socialità. Alcuni suggerimenti per evitare che il riposo diventi un rifugio patologico includono:

  • Dare un limite di tempo al riposo passivo: concedersi una giornata di relax va bene, ma è importante evitare che diventi un’abitudine prolungata.
  • Integrare attività rilassanti ma attive: leggere, meditare o fare una passeggiata possono essere modi più salutari per ridurre lo stress rispetto al semplice restare a letto.
  • Mantenere una routine regolare: alzarsi alla stessa ora ogni giorno e dedicare tempo ad attività costruttive aiuta a mantenere un equilibrio psicofisico.
  • Ascoltare i segnali del proprio corpo e della propria mente: se la voglia di rimanere a letto diventa costante e interferisce con la vita quotidiana, potrebbe essere utile consultare un professionista della salute mentale.
  • Dedicarsi a attività di volontariato: donare il proprio tempo agli altri è un buon modo, oltre che per rendersi utili alla società, per guardare alla nostra vita in modo più autentico, eludendo così la tendenza narcisistica a esaltare l’io e abbracciando una visione più relativizzante della nostra esperienza.

Il bed rotting è un fenomeno che riflette il bisogno di rallentare in un mondo frenetico. Se occasionalmente può rappresentare un momento di autocura, la sua trasformazione in un’abitudine quotidiana può essere indice di un malessere più profondo. La chiave sta nel trovare un equilibrio tra il riposo e il coinvolgimento attivo nella propria vita, mantenendo un approccio consapevole al proprio benessere psicologico e sociale. La parola chiave è, ancora, consapevolezza.

Di Moreno Stracci

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