La UE approva la Legge sul ripristino della natura, gli agricoltori dicono basta: facciamo il punto!
di Pamela Stracci
Le proteste degli agricoltori con i trattori nelle città in questi giorni, non hanno fermato il parlamento Europeo che ha adottato il 27 febbraio scorso la prima Legge sul ripristino della natura.
Con 329 voti favorevoli, 257 contrari e 24 astensioni, passa la legge UE che prevede di ripristinare almeno il 20% degli ecosistemi terrestri e marini degradati, entro il 2030 e il ripristino totale entro il 2050 come obiettivo del Green Deal e nella PAC (Politica Agricola Europea). Una legge sostenuta dal centrosinistra del Parlamento europeo e osteggiata dai partiti conservatori.
Le misure approvate sono volte a migliorare la biodiversità dei paesaggi, a migliorare l’indice dell’avifauna e delle farfalle, a ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari chimici e delle emissioni di gas serra, alla piantumazione di alberi e a ripristinare 25.000 km di fiumi oltre che il 30% delle torbiere per ridurre le emissioni nel settore agricolo.
Ma se da una parte si punta a preservare l’inestimabile valore degli ecosistemi, dall’altra, gli agricoltori vedono in questa norma una minaccia al loro sostentamento e all’agricoltura perché implicano la riduzione dei terreni coltivabili, quindi una riduzione delle produzioni e un aumento di costi di gestione per adeguarsi alle pratiche aziendali green e alla nuova burocrazia.
In questi giorni centinaia di trattori hanno bloccato le strade di Bruxelles sede della Ue, per protestare.
Anche in Italia gli agricoltori sono scesi a protestare con i loro trattori. Ma perché protestano?
Gli agricoltori hanno fatto proprie alcune delle proteste rappresentate dai coltivatori europei ma hanno posto l’attenzione anche su altre questioni non meno rilevanti.
Aumento dei costi di produzione:
- Il caro gasolio e l’aumento del costo delle materie prime, come fertilizzanti e mangimi, stanno drasticamente riducendo i margini di guadagno degli agricoltori.
- La situazione è aggravata dall’inflazione, che erode il potere d’acquisto dei consumatori e riduce la domanda di prodotti agricoli.
Crisi dei prezzi:
- I prezzi dei prodotti agricoli al supermercato non rispecchiano i costi di produzione, creando un forte squilibrio a sfavore degli agricoltori.
- Le grandi catene di distribuzione spesso impongono prezzi bassi, penalizzando le piccole aziende agricole e favorendo l’agropirateria.
Politiche agricole inadeguate:
- Gli agricoltori lamentano la mancanza di adeguati sostegni da parte del governo, con politiche agricole considerate inefficaci e lente nel rispondere alle loro esigenze.
- La burocrazia eccessiva e la difficoltà nell’accesso ai fondi europei sono ulteriori ostacoli che ostacolano lo sviluppo del settore.
Problemi con la fauna selvatica:
- In alcune zone d’Italia, la proliferazione di cinghiali e altri animali selvatici causa danni ingenti alle coltivazioni, con risarcimenti spesso inadeguati.
- La gestione di questa problematica è considerata inefficiente da parte degli agricoltori, che chiedono interventi più incisivi.
Le proteste degli agricoltori sono un grido d’allarme per un settore in profonda crisi: se non si interverrà con misure adeguate, si rischia di compromettere la sopravvivenza di molte aziende agricole e la sicurezza alimentare del nostro paese.
Quali sono le richieste degli agricoltori? Vediamo le principali:
- Interventi per calmierare i costi di produzione, come il taglio delle accise sul gasolio e il sostegno ai prezzi dei carburanti.
- Misure per riequilibrare i rapporti con la grande distribuzione, garantendo un prezzo equo per i prodotti agricoli.
- Semplificazione della burocrazia e snellimento dell’accesso ai fondi europei.
- Piani di gestione efficaci per la fauna selvatica, che tutelino le coltivazioni e gli agricoltori.
- Riconoscimento del valore del made in Italy e opposizione alla diffusione di “cibi sintetici” come la carne coltivata.
Le proteste degli agricoltori sono un tema complesso e di grande rilevanza per il nostro paese. È necessario un impegno serio da parte del governo e di tutte le parti coinvolte per trovare soluzioni concrete e sostenibili che tutelino il futuro del settore agricolo italiano ma anche l’ambiente.
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