Re Laurino e il Rosengarten
Quante leggende ha ispirato la natura! Con la sua inafferrabile bellezza, da sempre stupisce l’umanità e accende la nostra fantasia. Perché? Forse perché ricorda all’umanità che la bellezza è qualcosa che non va ricercata fuori di noi, forse non va ricercata affatto. Si cerca qualcosa che non si ha ma la natura ci insegna che la bellezza è già dentro di noi. Forse bisognerebbe con semplicità essere, naturalmente, e dell’essere fare la nostra azione: lì, forse, vedremmo la nostra bellezza.
La leggenda di Re Laurino e del Rosengarten ha origine nella tradizione di racconti medievali germanici. La storia fu registrata per la prima volta in “Das Lied von König Laurin”, un poema epico in alto tedesco medio risalente al XIII secolo. Il poema venne attribuito alla poetessa Frau Ava, sebbene l’attribuzione sia ancora oggetto di dibattito. Successivamente, la leggenda si diffuse attraverso diverse tradizioni orali, ballate e opere letterarie, arricchendosi di varianti e particolari e divenendo uno dei racconti delle culture alpine orientali più amato.
Laurino era il re di un popolo di nani che abitavano sulle Dolomiti ed erano dediti alla ricerca di oro e gemme nelle viscere delle montagne. Possedeva due oggetti magici: una cintura che gli donava la forza di 12 uomini e una cappa che lo rendeva invisibile. Si narra che davanti al suo palazzo incastonato tra le rocce ci fosse un meraviglioso giardino di rose racchiuso e protetto da fili d’oro.
Ora accadde che il Re dell’Adige volle dare in sposa la sua bellissima figlia Similde. Per questo, invito tutti i nobili della regione a una festa di maggio, tutti tranne Re Laurino il quale decise di partecipare ugualmente senza essere visto. Indossò così la sua cappa magica. Appena vide la bella Similde, se ne innamorò a tal punto che la rapì e la condusse con sé nel suo regno. Il Re dell’Adige e il giovane che avrebbe dovuto sposare Similde cercarono immediata vendetta e, chiedendo l’aiuto del Re dei Goti, si avviarono verso il regno di Laurino. Tagliarono i fili d’oro che circondavano il suo roseto e mozzarono tutte le rose. Infuriato, Laurino scese nel campo per cercare vendetta. Pur indossando la sua cintura magica capì però che sarebbe presto stato sconfitto. Indossò allora la cappa dell’invisibilità, sicuro che avrebbe colto di sorpresa i suoi nemici ma non fu così. Infatti, i nemici si accorsero della sua presenza osservando le rose che si schiavano sotto i suoi piedi. Lo catturarono e riuscirono a liberare la bella Similde. Preso da infinita rabbia, Re Laurino trasformò il suo roseto in pietra e gli lanciò una maledizione: nessuno, né di giorno, né di notte avrebbe potuto ammirarlo. E qui nasce la leggenda: Re Laurino si dimentico del tramonto e dell’alba, i momenti di passaggio tra la notte e il giorno. Ecco perché ancor oggi, proprio in quei due momenti, le cime del Rosengarten abbandonano il loro colore biancastro per accendersi di rosa e farci sognare.
La leggenda di Re Laurino fa spazio anche a una riflessione sul comportamento umano: se da una parte troviamo il rapporto tra le nostre ambizioni e la magnifica perfezione della natura, dall’altra possiamo riflettere sulle nostre azioni e sull’uso che facciamo, spesso improprio, del potere. Re Laurino rapisce la bella principessa ma questo suo atto di prepotenza segnerà la sua rovina.
Moreno Stracci
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“Laurin kaempft gegen Dietrich im Rosengarten. SLUB Dresden M. Dresd. M. 201 fol. 276 v.” by Kaspar von der Rhoen “Enrosadira sulle Pale” by Signalkuppe 4:3
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