SPECIALE: L’area sacra di Largo Argentina, dall’antichità al restauro della Maison Bulgari

SPECIALE: L’area sacra di Largo Argentina, dall’antichità al restauro della Maison Bulgari

A cura di Pamela Stracci 

Il 20 giugno scorso si sono conclusi i lavori curati dalla Soprintendenza Capitolina e resi possibili grazie a un importante atto di mecenatismo della Maison Bulgari verso la Città di Roma. L’Area Sacra è adesso aperta e accessibile ai visitatori. Vi raccontiamo la storia – e qualche curiosità – di questo tesoro.

Cenni storici
Siamo nel III secolo a.C. Quando nell’area, oggi largo Argentina, venne costruito un primo tempio dedicato – probabilmente – alla dea Feronia. Successivamente venne edificato il tempio dedicato a Giuturna (tempio A metà del III secolo a.C.), poi il tempio dedicato ai Lares Permarini (tempio D degli inizi del II secolo a.C.) e quello dedicato alla Fortuna huiusce diedi (tempio B fine II secolo a.C.).
Conclusa la costruzione dei templi, probabilmente dopo il devastante incendio del 111 a.C. viene messo in opera un primo pavimento in lastre tufacee. Dopo l’incendio dell’80 d.C. che devastò anche gran parte del Campo Marzio, il piano di calpestio venne sopraelevato di circa 140 cm, poi spianato e pavimentato sopra con lastre di travertino nell’ambito di un importante intervento di recupero e trasformazione ad opera dell’imperatore Domiziano.
Nel corso del V secolo inizia quella la prima fase di abbandono e trasformata dell’area occupata – probabilmente – da un complesso monastico, poi case aristocratiche e nel 1132 da una chiesa situata all’interno del tempio A e dedicata a San Nicola.
Ma come siamo arrivati alla conformazione attuale di largo Argentina? Siamo tra il 1926 e il 1929, quando durante i lavori di demolizione del vecchio quartiere romano compreso tra via del Teatro Argentina via Florida, via S. Nicola de’ Cesarini e corso Vittorio Emanuele II, viene riportata alla luce l’area templare e la piazza lastricata. Immediatamente i lavori vengono interrotti. Dall’inaugurazione avvenuta da parte di Benito Mussolini nel 1929, il 21 aprile (giorno in cui convenzionalmente si indica la nascita di Roma nel 753 a.C.), l’area è rimasta un gioiello incastonato nella capitale, inaccessibile ai visitatori e da ammirare solo dall’alto.

L’area oggi
Il 20 giugno scorso si sono conclusi i lavori curati dalla Soprintendenza Capitolina e resi possibili grazie ad un importante atto di mecenatismo da parte della Maison Bulgari verso la Città di Roma. L’Area Sacra restaurata in tutta la sua complessità storia, è adesso aperta e accessibile ai visitatori. Non solo il restauro conservativo dell’area archeologica monumentale ma anche la realizzazione di un percorso che permette per la prima volta la visita interna al sito: turisti e visitatori possono oggi camminare sul livello storico delle strutture antiche, ammirando da vicino questo esteso complesso di epoca repubblicana dove si consumò l’omicidio di Giulio Cesare. Il percorso è completamente accessibile e fruibile a tutti, grazie ad una passerella realizzata senza dislivelli e raggiungibile da una piattaforma elevatrice ed è dotato di pannelli indicativi anche per la lettura tattile. Elementi di importante novità sono le due aree espositive ricavate sotto il portico della torre medioevale del Papito e nei locali sotto il piano stradale di via di San Nicola de’ Cesarini. In questi spazi sono esposti numerosi reperti epigrafici e scultorei provenienti dagli scavi del secolo scorso tra i quali una testa marmorea monumentale probabilmente da attribuire alla dea Feronia della fertilità e delle messi.

 

La morte di Giulio Cesare' Galleria degli Arazzi nel Museo del Vaticano Roma
La morte di Giulio Cesare' - Manifattura Fiamminga 1549 Galleria degli Arazzi Musei Vaticani Roma

L’assassinio di Cesare

Siamo nel periodo in cui si stava trasferendo la sede del Senato dalla Curia Cornelia a quella Iulia ancora in costruzione. Il Senato si riuniva nella Curia di Pompeo, la Curia Pompeia, di dimensioni più piccole. Questa Curia faceva parte del complesso del Teatro di Pompeo, il più grande teatro della Roma antica, costruito nel Campo Marzio dal vittorioso generale Gneo Pompeo Magno con i ricavi delle sue campagne belliche.
Sul basamento di tufo oggi visibile alle spalle dei templi B e C dell’area, un tempo base della Curia di Pompeo si consumò uno degli assassini più conosciuti e rappresentati della storia.
15 marzo del 44 a.C., sono le Idi di Marzo, quando Giulio Cesare si recò al Senato per partecipare a una riunione durante la quale i suoi cospiratori attuarono il loro spietato piano. Mentre Cesare era circondato da una ventina di senatori, fu colpito da numerose pugnalate fatali. Tra i suoi assassini anche il fidato Bruto, che gli inflisse la ferita mortale mentre Cesare esclamava: “Tu quoque, Brute, fili mi!”. Questo delitto cambierà la storia del mondo: è la fine della Repubblica e l’avvento dell’Impero romano.

I gatti di Roma
La colonia felina di Torre Argentina è la più antica della Capitale. L’area è diventata un santuario per gatti nel 1990, quando un gruppo di volontari ha iniziato a prendersi cura dei felini abbandonati che vivevano tra le rovine. Oggi, numerosi gatti vivono nell’area e sono curati da volontari e associazioni, dando quel tocco di romanità d’altri tempi!

L’arte salverà il mondo? Ne abbiamo parlato direttamente con Jean-Christofhe Babin (in foto di apertura con il nostro Direttore), Amministratore Delegato della Maison Bulgari.

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foto e riprese video di Chiara Morelli per Quia Magazine

 

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