40 anni da Brink’s Mat: la “rapina del secolo” che ha sconvolto il mondo!
di Chiara Morelli
Quarant’anni fa, in un freddo inverno londinese, per l’esattezza il 26 novembre del 1983, il mondo assisteva a uno dei colpi più audaci e sfacciati della storia criminale: la rapina di Brink’s Mat! Questo crimine, ha segnato un punto nell’immaginario collettivo, diventando noto come “la rapina del secolo”. Oggi, a distanza di quattro decenni, l’eredità di Brink’s Mat continua ancora a gettare lunghe ombre sull’universo criminale e sulla società in generale.
Tutto ha avuto inizio nella mattina del 26 novembre, quando un gruppo di sei criminali, la gang di South London, ha sfondato la cassaforte della società Brink’s Mat situata in nel deposito numero 7 nei presso dell’Aeroporto di Heathrow a Londra. La rapina ha avuto successo oltre ogni aspettativa, con il bottino che si è rivelato molto più ricco di quanto i rapinatori avessero mai immaginato.
Circa 26 milioni di sterline (60 miliardi di lire dell’epoca, oltre 116 milioni di euro di oggi) in lingotti e diamanti furono rubati, diventando il bottino più grande della storia criminale britannica dell’epoca. I ladri infatti sapevano che nel caveau erano custodite delle pesetas spagnole per un valore di un milione di sterline, un bottino misero in confronto alle tre tonnellate di oro puro, 6.840 lingotti d’oro, che si trovarono davanti agli occhi.
La Brink’s Mat è una società che gestisce il trasporto di merci di valore e aveva depositato nel deposito i lingotti di proprietà Johnson Mattey Bankers Limited, ma nella cassaforte non c’era più posto e vennero così depositati fuori, il tempo minimo per essere caricati e trasportati ad Amsterdam. Invece questo patrimonio viene casualmente intercettato da sei rapinatori che – seppure non pronti a questo bottino – caricano il tesoro su un Ford Transit Blu insieme a diamanti, platino, banconote e traveller’s cheque, una fortuna! La rapina ha conseguenze immani anche per la Banca d’Inghilterra costretta ad un salvataggio della Johnson Matthey.
Pochi giorni dopo la rapina, il 7 dicembre, la storia ha preso una svolta inaspettata quando uno dei complici, Brian “The Colonel” Robinson, che ha pianificato il colpo, viene arrestato: si apre il vaso di Pandora. La prima circostanza che sblocca le forze dell’ordine è che Robinson era il cognato di una delle guardie giurate che lavoravano proprio al deposito 7. Lo stesso giorno viene arrestato anche l’ex soldato Michael “Mad” McAvoy.
Ma dell’oro non c’è più traccia, volatilizzato nella complessità delle reti criminali coinvolte. Il compito del riciclaggio dell’oro viene affidato dalla banda a un certo Kenneth Noye, “il grande tessitore”, che a quanto pare è l’uomo giusto: Gran Maestro della loggia massonica di Hammersmith, posizione che gli garantisce una certa protezioni anche dentro la polizia e, non di meno, abita in una grande casa edificata su un terreno zeppo di tunnel sotterranei scavati durante la guerra, luogo ideale dove nascondere il tesoro. A John Palmer, soprannominato “Goldfinger”, il compito di fondere l’oro.
La banda, nel frattempo, stava cadendo a pezzi a causa di conflitti interni e tradimenti reciproci che vedrà di lì a qualche anno l’arresto di altri membri della banda che nel frattempo si era estesa tra ricettatori, orafi, faccendieri, investitori finanziari, intermediatori e promotori immobiliari. Una rete enorme di malfattori ma anche una scia di sangue che segue agli arresti dei primi membri della banda dalla fine degli anni Novanta
Di tutti i lingotti rubati, ne sono stati ritrovati solo 11 e secondo le stime solo la metà dell’oro è stato reimmesso sul mercato. E gli altri 3.409 lingotti circa, che fine hanno fatto? Sono scomparsi, forse seppelliti ancora da qualche parte!
Film, documentari, serie tv sono stati dedicati alla “rapina del secolo” e ai suoi audaci criminali ma a distanza di quarant’anni, la rapina di Brink’s Mat rimane un capitolo oscuro nella storia del crimine britannico.
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